di Bchira (Collectif Sans Papiers 57, Paris)

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Il 24 aprile si terrà il ballottaggio delle elezioni presidenziali in Francia, tra il presidente uscente Emmanuel Macron, che al primo turno ha ottenuto il 27, 85% dei voti e la leader del Rassemblement National (ex Front National), Marine Le Pen, che ha ottenuto il 23,15%. In questa intervista, Bchira – militante del Collectif Sans Papiers 75 e della Marche de Solidarité che partecipa al Coordinamento Migranti Transnazionale – osserva lo scontro elettorale dal punto di vista dei migranti, che nei prossimi anni dovranno continuare a lottare contro il razzismo delle istituzioni repubblicane, qualunque sia il risultato del ballottaggio. Bchira ci spiega che in entrambi i casi i migranti dovranno fronteggiare una gestione razzista dei flussi migratori e del diritto d’asilo, che viene promessa sia dal programma di Le Pen sia da quello di Macron, pur con le loro differenze. Mentre Le Pen prevede di porre restrizioni stringenti alle migrazioni e respingimenti «in massa», Macron punta a una regolarizzazione selettiva, sulla base delle capacità lavorative, che possa «dinamizzare il paese». Macron intende accogliere e integrare i rifugiati ucraini e i migranti «qualificati», fedele tanto ai principi dell’«Europa democratica» quanto a quelli del mercato del lavoro neoliberale, complicando invece le procedure di accesso in Europa e in Francia per tutti gli altri: solo i richiedenti asilo potranno entrare. Per questo i sans papiers della Marche de Solidarités hanno chiamato, il 16 aprile una manifestazione in tutte le città francesi per esprimere il loro rifiuto di entrambi i candidati e la loro volontà di continuare a lottare per la libertà, l’uguaglianza dei migranti, l’accesso ai documenti e ai servizi. Come mette in chiaro Bchira, il trattamento dei rifugiati ucraini ha reso evidente l’«accoglienza a doppia velocità» e il permanente razzismo nei confronti di chi ha la pelle nera o è di religione musulmana, in Francia come in molti altri paesi europei. La prospettiva migrante si rivela, ancora una volta, quella necessaria a cogliere con maggiore radicalità le trasformazioni politiche in corso non solo in Francia, ma in tutta Europa. 

Bchira: La sera dei risultati del primo turno delle elezioni presidenziali in Francia, i collettivi di migranti della Marche de Solidarité hanno annunciato una manifestazione per il 16 aprile per dire no ai due partiti e ai due candidati che hanno vinto. I cinque anni di presidenza di Macron sono stati catastrofici per noi: la legge sull’asilo e l’immigrazione del 2018, la repressione alle frontiere e la chiusura degli sportelli delle prefetture ai migranti che vi si recavano per presentare le domande di regolarizzazione ci hanno spinto a mobilitarci in massa, soprattutto durante la pandemia, ma non abbiamo ottenuto risultati, nessun interlocutore. Inoltre, Macron ci ha imposto il divieto di ritorno sul territorio francese (IRTF), che ricade sui migranti senza documenti dopo i controlli “au faciès” [un controllo d’identità facciale è un controllo di polizia basato su caratteristiche fisiche associate all’origine della persona, reale o presunta]: per noi, questa è la caccia ai migranti. Dal 2018 era molto raro che qualcuno avesse un IRTF, era previsto per chi commetteva un reato. Ora, invece, per un semplice controllo facciale per strada si può ricevere l’obbligo di lasciare il territorio con divieto di ritorno per tre, quattro mesi, anche un anno, e se non si lascia il territorio francese non si verrà mai regolarizzati. Anche se te ne vai e poi ritorni in Francia, l’intero dossier viene cancellato e si ricomincia da zero. Ci stanno bannando dal territorio. Ma questo prima non esisteva. Ora, se dovete lasciare il paese, troverete anche il regime frontaliero rafforzato. Quando si è in Francia, non si trova nessun appuntamento per la regolarizzazione dei documenti. Ora c’è un mercato di vendita di appuntamenti: 700 euro/1000 euro per averne uno, che è ovviamente insostenibile per un migrante. Inoltre, normalmente, se si riesce ad ottenere un appuntamento e manca un documento, bisogna chiedere un secondo appuntamento. Ci sono persone che perdono il loro permesso di soggiorno perché non riescono a trovare un appuntamento per rinnovarlo. Quindi abbiamo fatto una valutazione catastrofica del governo di Macron.

Dall’altra parte abbiamo Marine Le Pen, che ha solo idee razziste e fasciste. Ecco perché abbiamo annunciato la manifestazione del 16 aprile. Il 12 aprile c’è stata una riunione unitaria indetta dalla Ligue des Droits de l’Homme con molte associazioni e sindacati per organizzare una manifestazione unitaria contro l’estrema destra e contro le politiche di Macron: quindi siamo stati tutti insieme nello stesso corteo.

In relazione ai due programmi: abbiamo passato cinque anni con Macron, ho già parlato di tutto quello che abbiamo vissuto durante questi cinque anni e dell’inasprimento delle procedure contro i migranti senza documenti, al punto che il suo ministro dell’interno Darminin, durante un dibattito, ha detto a Marine Le Pen “tu sei morbida”, cioè “non sei abbastanza ferma con i migranti”. Macron ha detto che il permesso di soggiorno pluriennale, che è il permesso di soggiorno completo, sarà disponibile solo per i migranti che padroneggiano la lingua francese e che lavorano. Il razzismo di Macron non è più tenue di quello della Le Pen.

Marine Le Pen, invece, vuole limitare gli assegni familiari solo ai francesi, mentre le buste paga e le tasse sono pagate da tutti. Questa è segregazione, discriminazione categorica. Non vuole migranti senza documenti sul territorio e non parla di migranti senza documenti: parla di migranti clandestini, un termine che esisteva prima della lotta di San Bernard [il famoso movimento di migranti che nel 1996 occupò la chiesa di San Bernard a Parigi], durante la quale i migranti decisero, in un’assemblea generale, di chiamarsi migranti sans papiers e non clandestini. Marine Le Pen farà un grande passo indietro.

Oggi abbiamo la circolare Valls, che implica la regolarizzazione attraverso il lavoro, la presenza sul territorio, la scolarizzazione dei bambini: con Marine Le Pen tutto questo non esisterà più. Inoltre, non è nemmeno una legge, è una circolare. Le Pen è razzista, il suo eventuale governo è molto pericoloso per i migranti e per i francesi: porterà alla persecuzione di tutti. 

Per quanto riguarda i rifugiati ucraini, la nostra posizione è stata chiara fin dall’inizio: siamo tutti contro la guerra, per la libertà di movimento e di insediamento per tutti. L’accoglienza dei rifugiati di guerra è garantita dalla Convenzione internazionale di Ginevra del 1952, è il diritto d’asilo, che vale per tutti. Quello che ci ha fatto veramente male è che dai primi giorni della guerra abbiamo visto le braccia aperte dei francesi verso gli ucraini con discorsi che dicevano “sono come noi, sono civilizzati, sono bianchi con i capelli biondi, hanno la stessa cultura, sono cristiani ortodossi, quindi sono come noi. Niente musulmani, neri o arabi”. Abbiamo assistito a una selezione in base al colore della pelle. Questo discorso ci ha fatto male. Alcuni compagni neri non hanno potuto rinnovare il loro alloggio perché hanno dovuto fare spazio agli ucraini. Quindi, anche se sei qui da cinque anni, stai lavorando, troverai le porte chiuse. È un’accoglienza a doppia velocità, è uno smistamento umanitario, il diritto d’asilo, invece, deve essere per tutti! Gli avvocati attivisti vorrebbero estendere il diritto d’asilo ricevuto dagli ucraini a tutti i migranti senza documenti.

Dopo il secondo turno, siamo consapevoli che per noi la lotta continuerà e si intensificherà. Se dobbiamo affrontare Macron, con la sua politica, noi siamo pronti, stiamo ancora lottando per la regolarizzazione di tutti, l’apertura degli sportelli, un’accoglienza dignitosa per tutti. Conosciamo la sua politica e siamo qui per continuare la nostra lotta. Se avremo Marine Le Pen, probabilmente la lotta diventerà sempre più difficile e avremo più repressione. Dal 18 dicembre, nel contesto della campagna elettorale, di fronte al discorso razzista sui migranti, la Marche de Solidarité ha lanciato la Campagna Antirazzista e Solidale. Ora abbiamo 400 firmatari. Abbiamo risposto a una chiamata di lotta antirazzista collettiva, la campagna è nazionale, ma potrebbe essere internazionale. Dobbiamo tutti organizzarci nei quartieri, nelle scuole, nelle università, nelle città e nei villaggi per far valere l’antirazzismo e la solidarietà contro il fascismo e il razzismo.